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La malattia di Parkinson: Caratteristiche cliniche

La malattia di Parkinson

E’ un disturbo neurodegenerativo a lenta progressione che si manifesta in tarda età. Una grande percentuale della popolazione viene colpita dopo i 65 anni, ma può accadere che si manifesti anche in persone più giovani; nel 10% dei casi compare prima dei 50 anni.

Quanto è presente?

Colpisce in Italia circa 250.000 persone, numero destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni dal momento che ogni anno si registrano circa 6000 nuovi casi, con un’incidenza da 1,5 a 2 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne. E’ presente in tutti i gruppi etnici e in tutte le classi sociali ed economiche.
In Piemonte, secondo le più recenti stime i pazienti colpiti da questa malattia sono circa 15-20.000.

Parkinson: I sintomi

I sintomi si manifestano in un arco di tempo che oscilla tra i 10 e i 20 anni, compromettendo molte aree del funzionamento della persona.

La malattia di Parkinson è caratterizzata da un perdita dei neuroni pigmentati, in particolare colpisce i neuroni presenti nella substanzia nigra e nel locus coeruleus.
La malattia di Parkinson

Cause ancora sconosciute

La perdita di queste cellule nervose, che producono il neurotrasmettitore dopaminergico, comporta una riduzione della dopamina. La causa della degenerazione neuronale è ancora sconosciuta.

Le più importanti caratteristiche cliniche della malattia sono: il tremore (più evidente da fermi e spesso unilaterale), la bradicinesia (rallentamento dei movimenti e difficoltà ad iniziarli), la rigidità (che comporta indurimento dei muscoli); in uno stadio più avanzato il deterioramento del riflesso posturale e il freezing (blocco del movimento) che possono comportare perdita di equilibrio e rischio di cadute.

Problemi motori principali

Le caratteristiche motorie principali sono aggravate da problemi neuropsicologici tra i quali depressione, difficoltà nell’espressione emotiva, mancanza di motivazione, ansia sociale e stress conseguente alla sintomatologia motoria.

Tra le caratteristiche cliniche sono presenti anche altri sintomi come deficit cognitivi e percettivi, disturbi del linguaggio.

L’andamento e il peggioramento di questi sintomi variano da persona a persona, e in ogni individuo oscillano nel giro di breve tempo. La malattia si sviluppa progressivamente e vi è un incremento della disabilità nel corso degli anni.

Molte attività vengono compromesse soprattutto quelle che riguardano la funzione del movimento (come mantenere o modificare la postura), della comunicazione (parlare od usare codici non verbali) e delle relazioni interpersonali.

Parkinson: La diagnosi

La diagnosi sicura può essere fatta solamente se sono presenti due dei sintomi principali. La malattia di Parkinson è difficile da diagnosticare soprattutto nella fase iniziale perché l’esordio si presenta di solito in modo non specifico.

Le persone colpite possono accusare malessere, stanchezza, cambiamenti del carattere che anticipano i primi segnali di un problema nella funzione motoria. All’inizio della malattia possono essere rilevate per molti mesi delle difficoltà nello svolgere dei compiti abituali e sequenziali come scrivere, lavarsi i denti o utilizzare le posate.

La malattia di Parkinson

è caratterizzata da una interazione di fattori biologici, psicologici e sociali.

Si può dire che la sofferenza legata a questa patologia sia dovuta sia ai processi cerebrali neuro-chimici, sottostanti la malattia, sia ai fattori psicosociali.
E’ quindi indispensabile una presa in carico che preveda un approccio integrato per il trattamento.

Parkinson: L’obiettivo

L’obiettivo principale è mantenere una buona qualità di vita sia per il malato che per la sua famiglia.

La terapia principale per la malattia di Parkinson è il trattamento farmacologico che contempla principalmente la levodopa e gli agonisti della dopamina.

Cosa dice la scienza

Recenti ricerche scientifiche sottolineano l’efficacia di un approccio integrato alla malattia. Nel recente convegno della SIPNEI dal titolo “Parkinson l’integrazione nell’intervento terapeutico”, svoltosi a Roma il 18 febbraio ’17 sono state messe in luce l’importanza delle terapie integrative al farmaco che permettono al paziente di acquisire una nuova consapevolezza e una migliore qualità di vita.

Parkinson: Terapie e conclusioni

Tra le terapie integrative risultano essere efficaci: la musicoterapia, l’agopuntura, la Mindfulness.

In ultimo ma non come importanza è fondamentale l’attenzione per la salute del tratto gastrointestinale e quindi una corretta alimentazione.

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